"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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mercoledì 24 aprile 2024

San Marco Evangelista

 

Santo patrono di Venezia, Marco scrive uno dei quattro Vangeli. Nasce probabilmente a Cirene (Libia) intorno all’anno 20 dopo Cristo. Di famiglia benestante, studia il greco, il latino, l’ebraico e i testi degli antichi profeti. Per sfuggire all’invasione dei Barbari, Marco e la sua famiglia si rifugiano a Gerusalemme. La madre Maria, rimasta vedova, offre ospitalità nella sua casa a Gesù e ai suoi discepoli. Nel 44 d.C. un parente di Marco, San Barnaba, si ferma nella casa di Maria assieme a San Paolo. I racconti dei loro viaggi, soprattutto della visita alla terza città più importante dell’epoca dopo Roma ed Alessandria d’Egitto, Antiochia, infiammano il cuore di Marco che decide di partire con loro per diffondere il messaggio di Gesù.
L’opera di Marco diventa fondamentale per i cristiani. Scrive uno dei quattro Vangeli seguendo i racconti di San Pietro (di cui ne diviene segretario e interprete) e viene mandato nel Nord Italia per far conoscere il Cristianesimo. Secondo la tradizione un giorno Marco si perde e, durante un violento nubifragio, si ritrova su di un isolotto dove ha una visione: un angelo, sotto forma di leone alato, gli profetizza che in quel luogo una città meravigliosa avrebbe accolto le sue spoglie. Quell’isolotto è la futura Venezia.
Dopo la morte dei Santi Pietro e Paolo, Gesù appare a Marco e lo invita a trasferirsi in Egitto. L’evangelista si reca a Gerusalemme per assistere la madre che sta per morire, poi si dirige ad Alessandria d’Egitto dove predica, compie miracoli e viene proclamato vescovo. La sua missione per convertire il popolo al Cristianesimo viene osteggiata dalle locali istituzioni religiose. Tentano di ucciderlo ma, grazie all’intervento di Dio, Marco si salva e per riconoscenza fa costruire una chiesa in onore dell’Immacolata Vergine Maria.
Marco muore ad Alessandria d’Egitto intorno al 72 d.C.; secondo alcuni racconti leggendari, le spoglie di Marco vengono raccolte da due commercianti veneziani e trasferite, nell’829, nella Basilica di Venezia, intitolata al santo. Il suo simbolo è un leone alato che caratterizza la città lagunare e il Veneto. San Marco è protettore di farmacisti, notai, segretari, dattilografi, interpreti, artisti, pittori, ottici, fabbricanti e commercianti di occhiali. E poi ancora di allevatori, calzolai, cestai, vetrai, muratori. Protegge i quadri, le mani e contro la scabbia.
Autore: Mariella Lentini

Ebreo di origine, nacque probabilmente fuori della Palestina, da famiglia benestante. San Pietro, che lo chiama «figlio mio», lo ebbe certamente con se nei viaggi missionari in Oriente e a Roma, dove avrebbe scritto il Vangelo. Oltre alla familiarità con san Pietro, Marco può vantare una lunga comunità di vita con l'apostolo Paolo, che incontrò nel 44, quando Paolo e Barnaba portarono a Gerusalemme la colletta della comunità di Antiochia. Al ritorno, Barnaba portò con sè il giovane nipote Marco, che più tardi si troverà al fianco di san Paolo a Roma. Nel 66 san Paolo ci dà l'ultima informazione su Marco, scrivendo dalla prigione romana a Timoteo: «Porta con te Marco. Posso bene aver bisogno dei suoi servizi». L'evangelista probabilmente morì nel 68, di morte naturale, secondo una relazione, o secondo un'altra come martire, ad Alessandria d'Egitto. Gli Atti di Marco (IV secolo) riferiscono che il 24 aprile venne trascinato dai pagani per le vie di Alessandria legato con funi al collo. Gettato in carcere, il giorno dopo subì lo stesso atroce tormento e soccombette. Il suo corpo, dato alle fiamme, venne sottratto alla distruzione dai fedeli. Secondo una leggenda due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo nell'828 nella città della Venezia.
Emblema: Leone.

mercoledì 17 aprile 2024

Un abbraccio a chi accudisce un fragile

 













Riunione in Sacra Famiglia R.S.D - S. Giovanni. Un incontro molto interessante e dove si evidenziano la competenza e la disponibilità di tutto il "Personale" in un video che graffia l'anima. Incredibile il coraggio che ci vuole per raccontare all'interno di un quadro clinico tanto forte e conclamato, dando così con certezza ad altri un punto d'appoggio in situazioni simili. Immagini così crude e al tempo stesso colme di tenerezza, la difficile necessità di scegliere per chi non può farlo una via non facile. Questo video conforterebbe tante persone che non hanno risposte e non hanno neanche, verosimilmente, le domande giuste. Solo gratitudine.

lunedì 15 aprile 2024

Il sale brucia

 

“Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ma il sale.
Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia.
Ma le impedisce anche di marcire”.
Georges Bernanos

La vita sul balcone

 

Come è orgogliosa dei suoi piccoli:

ci insegna la bellezza ed il rispetto per la vita.

Sul balcone aprile 2024

martedì 2 aprile 2024

Consapevolezza autismo

 

ll 2 aprile è la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU. La ricorrenza richiama l’attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico.

lunedì 1 aprile 2024

Il tuo cuore è in me

La S. Pasqua senza te con noi è nostalgica

Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu.


sabato 30 marzo 2024

Erano solo un figlio con sua madre.

 

Lei credeva di stringere in quel corpo

disincarnato, esangue, il suo ragazzo

morto a trentatré anni per oscure

trame di tribunali.

Se le avessero detto che stringeva

a sé l'intero mondo e la sua Storia

non avrebbe capito.

Erano solo

un figlio con sua madre.

Di Maria Luisa Spaziani

giovedì 28 marzo 2024

Auguri ai Sacerdoti

 

"Camminerete con noi, a volte davanti, a volte in mezzo e a volte dietro: davanti, per guidare la comunità; in mezzo, per incoraggiarla e sostenerla; dietro, per tenerla unita perché nessuno rimanga troppo indietro, per tenerla unita. La vostra opera nella vigna del Signore sia feconda di frutti e di tanta gioia spirituale per voi e per tutti quelli che incontrerete. Amen"

lunedì 25 marzo 2024

Avvicinarci alla Pasqua



 


















Domenica delle Palme

Signore, concedici di avvicinarci alla Pasqua con la fede dei semplici e la tenerezza della donna del vangelo.
Nella domenica delle Palme, la processione coi rami d’ulivo ha un significato ben preciso: nella fede accogliamo Gesù che in questa settimana attraverso i Riti Liturgici rende attuale entro la nostra comunità quei suoi gesti salvifici e ce ne comunica tutto il frutto di salvezza.
presso Parrocchia S. Stefano - Sesto S. Giovanni

giovedì 21 marzo 2024

L’uccellino si fa il tetto























21 marzo - Giornata Mondiale della Poesia -
Oggi nel vaso, sul balcone, "qualcuno" prepara un nido per accogliere la nuova vita.
🤍
Il nido di Elda Bossi
Un piccolo volo, un voletto,
l’uccellino si fabbrica il tetto.
Dal bosco riporta nel becco
due foglie secche, uno stecco;
trova sulla siepe lontana
un bioccolo bianco di lana;
sulle rive, qui, del ruscello,
un po’ di melma, un fuscello.
Un lungo volo, un voletto:
L’uccellino s’è fatto il tetto. 

sabato 16 marzo 2024

Chiamaci per nome

 

V° Domenica di Quaresima “di Lazzaro"

Signore Gesù,
le lacrime delle sorelle e degli amici di Lazzaro
sono le nostre lacrime,
quando la morte ci separa
da una persona che abbiamo molto amato.
Dove trovare il coraggio di riprendere fiducia
vincendo quel senso di solitudine e di vuoto
che rinchiude anche noi
nell'oscurità di un sepolcro?
Non abbiamo bisogno di belle parole,
ma di calda amicizia e di umana pietà.
Signore, volto umano di Dio,
volto divino dell'uomo,
oggi le tue lacrime
ci hanno molto commosso
perché ci parlano di un Dio
che condivide nell'amore
le nostre situazioni di paura e di sconforto.
Vieni a rivelarti di nuovo come risurrezione e vita
per ogni esistenza spenta e senza speranza.
Chiamaci per nome fuori dai nostri sepolcri,
scioglici dalle nostre paure,
donaci il tuo amore
perché solo l'amore può arricchire la nostra vita
di continue risurrezioni, di fervori e di speranze,
di quella pace indicibile che è il segno del divino
dentro i limiti dell'umano.
Rendici sempre vivi nel nostro intimo
mediante i legami meravigliosi dell'amicizia,
perché, solo se siamo vivi interiormente,
siamo vivi per sempre. Amen.
(Pozzoli)
presso Basilica S. Stefano- Sesto S. Giovanni

mercoledì 13 marzo 2024

Datore di luce ai nostri occhi spenti














IV° DOMENICA DI QUARESIMA “del cieco nato"

Signore Gesù,
datore di luce ai nostri occhi spenti,
fa che entriamo nel miracolo della tua luce.
Modella con la tua luce i nostri volti
perché siano volti accoglienti e incoraggianti,
volti di persone miti,
volti di gente che vive di speranza.
Donaci il tuo sguardo, pieno di stupore e di pietà,
capace di raggiungere il mistero di ogni creatura
e di valorizzare quel punto intatto,
verginale, infantile
dove ciascuno, malgrado le sue colpe,
custodisce e conserva qualcosa di sacro.
Siano intrisi di luce i nostri occhi
perché si aprano a contemplare,
nella trasparenza e nella chiarità,
i segni della tua presenza in mezzo a noi.
Donaci soprattutto una luce amante,
la luce del cuore, l'intelligenza della pietà,
perché non ci capiti di passare accanto a chi soffre
senza vedere negli occhi
il fondo buio della sua tristezza.
Signore, fa che fiorisca in noi e attorno a noi
il miracolo della luce che tu ami rinnovare
fino al giorno in cui potremo vedere
tutta la creazione trasfigurata,
ricondotta alla sua sorgente di luce e di amore.
Amen.
presso Basilica S. Stefano- Sesto S. Giovanni

lunedì 11 marzo 2024

La fontana di Carosello

 

La fontana di Carosello esiste veramente, è a Napoli.
Chi oggi ha almeno 50 anni ricorda la sigla televisiva di Carosello che era, per i bambini, un appuntamento imperdibile prima di andare a dormire.
La colonna sonora rimase immutata per tutti i vent’anni, dal 1957 al 1977, si trattava di una tarantella del repertorio napoletano risalente agli anni venti intitolata “Pagliaccio” di autore ignoto.
Roberto Murolo l’ha poi inserita nella sua antologia della canzone napoletana.
Il giorno precedente alla messa in onda di Carosello, prevista per il 3 febbraio 1957, ci si accorse che mancava la sigla.
Il regista Luciano Emmer e il produttore Cesare Taurelli crearono durante la notte una serie di siparietti che si aprivano ad ogni sketch; la macchina da presa, fotogramma per fotogramma, a passo uno, avanzava mentre le tendine si aprivano.
La sigla di CAROSELLO più celebre, però, fu disegnata a tempera da Manfredo Manfredi e fu trasmessa a partire dal 1962.
La sigla disegnata, sovrapposta al monumento reale, riproduce esattamente l’opera d’arte monumentale di Napoli chiamata Fontana del Gigante o dell’Immacolatella.
La sua costruzione risale agli inizi del Seicento per opera del pittore e scultore Pietro Bernini e dell’architetto e scultore Michelangelo Naccherino che la realizzarono su commissione del Duca d’Alba Don Antonio Alvarez di Toledo.
La Fontana del Gigante, o dell’Immacolatella, è situata a Napoli tra via Partenope e via Nazario Sauro, proprio di fronte a Castel dell’Ovo.
-da un posto di Campania svelata-

giovedì 7 marzo 2024

La verità qualche volta punge

 

Mercatino dell'antiquariato, Giulio si avvicina al venditore e con mia sorpresa, molto serio, dice: "desidero vendere mia moglie".
Io sono sbalordita!
Il venditore mi "squadra" e risponde a Giulio: "Sono spiacente, non mi interessa la sua offerta, sua moglie è vecchia ed io acquisto solo cose antiche!"
Sono senza parole.

domenica 3 marzo 2024

La Tua Parola è una buona novella




 










III DOMENICA DI QUARESIMA “di Abramo"

Signore Gesù, anche oggi la tua Parola
è stata per noi una buona novella,
un annuncio di verità e di libertà.
Tu ci porti a interpretare la vita
non con la breve misura dell'uomo,
ma con l'alta e più grande misura di Dio.
C'è un Dio nascosto
infinitamente più bello e più grande
di ogni nostro pensiero e di ogni nostro sogno.
E c'è un uomo nascosto nel profondo di ognuno,
ben diverso da quello che è esposto
al giudizio comune.
Ora sappiamo che solo camminando con te,
nell'avventura della fede,
possiamo aprirci a poco a poco alla conoscenza
del cuore di Dio e del nostro cuore. Amen
presso Basilica S. Stefano- Sesto S. Giovanni

giovedì 29 febbraio 2024

Anno bisesto anno funesto


"Anno bisesto anno funesto", il significato del proverbio
Di scientifico e razionale non c'è nulla, ma l'origine di questo proverbio sembra risalire proprio al calendario giuliano e al mondo Romano in cui il mese di febbraio vedeva la celebrazione dei Feralia, ossia le festività dedicate al culto dei morti.





















"Anno bisesto anno funesto", il significato del proverbioDi scientifico e razionale non c'è nulla, ma l'origine di questo proverbio sembra risalire proprio al calendario giuliano e al mondo Romano in cui il mese di febbraio vedeva la celebrazione dei Feralia, ossia le festività dedicate al 













martedì 27 febbraio 2024

Verità e Libertà


Domenica di Abramo III di Quaresima
Verità e libertà sono aspirazioni di ogni cuore.
Gesù ci dice che la libertà della persona umana (fondamento della realizzazione di sé) è legata alla verità.
Apparentemente la croce è stata la negazione di ogni forma di libertà.
In realtà la croce è stata l'immagine della più alta libertà, di quella che solo nell'amore trova il suo principio e la sua ispirazione.
La verità cristiana è l'evento dell'amore di Dio che ci è stato rivelato in Cristo, ci viene comunicato mediante lo Spirito e viene da noi accolto e manifestato
in modo credibile attraverso l'esperienza vissuta dell'amore reciproco tra i credenti e verso tutti, specialmente verso gli ultimi.
PERCIO’ LA VERITA' CRISTIANA E’ EVENTO DI CARITA'

Ho sete

 

Domenica della samaritana
GESÙ CI CHIEDE DA BERE ossia chiede il nostro amore ed è con questa richiesta che ripeterà sulla Croce "HO SETE".
Gesù è assetato della nostra fede viva che orienti la nostra vita verso la sua persona e noi, come cristiani siamo chiamati al compito di attuare la più nobile missione che Lui ci ha affidato: seminare l'amore nel mondo e partecipare alla missione salvifica della Chiesa.
INIZIA CHIEDENDO ACQUA E TERMINA PROMETTENDOLA; ANCHE SULLA CROCE DAPPRIMA MANIFESTERÀ LA SUA SETE (19,28) E POI DARÀ L’ACQUA CHE SGORGA DAL SUO CORPO
HO SETE (scritto su una parete di una delle case di accoglienza di Madre Teresa di Calcutta)
Se la brocca dovesse svuotarsi cerchiamo il Maestro in Lui è la sorgente della vita. Essere brocca per lavare il dolore, spegnere l'odio, bagnare i deserti dei cuori, innaffiare anime di speranza. Diventare una brocca vuota e riempirsi di Gesù che è la vita l'unica vita.

martedì 20 febbraio 2024

Tentazione














La tentazione è esattamente questo: dubitare della fedeltà e dell'amore di Dio, volere da lui continuamente prove e segni della sua vicinanza e del suo amore. Quindi la "tentazione" è anzitutto, nel suo significato fondamentale, il momento in cui la fede viene messa alla prova.

presso Basilica S. Stefano- Sesto S. Giovanni

Presenza dell'amata

 

  • J.W.GOETHE (trad di Giorgio Orelli)
    *Poesia datata 1795 *
  • Goethe nasce a Francoforte nel 1749 da un’agiata famiglia borghese e, sin da bambino, sviluppa precocemente delle doti intellettuali e letterarie.
  • Dimostra una personalità socievole, aperta ed un’acuta sensibilità, accompagnata da potenti arme seduttive.
  • Compie gli studi giuridici a Lipsia e poi a Strasburgo, si avvicina al movimento dello Sturm und Drang e tra il 1770 e il 1775 compone numerose poetiche. Scrive il romanzo epistolare I dolori del giovane Werther che gli assicurò, immediatamente, un grande successo.
  • Si trasferisce a Weimar dove si interessa agli studi scientifici e mostra un cambiamento di stile nella sua produzione.
  • Il momento di svolta della sua vita è rappresentato dal viaggio compiuto in Italia a cui segue il suo avvicinamento al classicismo.
  • Pur non riscontrando successo tra i circoli letterari, decide di tornare a vivere a Weimar, compone i suoi romanzi più celebri e porta a termine la seconda parte del suo capolavoro: il Faust, la cui stesura fu ultimata dopo oltre sessant’anni.
  • Morì a Weimar nel 1832.
  • lunedì 12 febbraio 2024

    Grazie care/i amiche/ci blogghisti


     12 febbraio 2010 - 12 febbraio 2024

    "Voglio solo il mio braccio
    sopra un altro braccio amico
    e spartire con altri occhi
    quello che guardano i miei".

    Grazie care/i amiche/ci blogghisti
    che in questo altro anno
    siete state/i accanto
    nel mio e vostro blog.

    lunedì 5 febbraio 2024

    Preghiera XXXII Giornata Mondiale del Malato 2024














    Preghiera per la XXXII Giornata Mondiale del Malato

    Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI
    11 febbraio 2024
    Padre, ricco di misericordia,
    guarda le nostre ferite,
    risana i cuori afflitti
    e guida i nostri passi.
    Fa’ che nella sofferenza
    non ci sentiamo soli,
    che qualcuno prenda le nostre mani
    e ci doni quella pace che,
    attraverso Cristo, viene da Te.
    Facci respirare già su questa terra,
    per il dono dello Spirito Santo,
    quell’aria di cielo
    che un giorno godremo con Te.
    Amen.
    Luigi Tasca, Piscina probatica, Mazzarino, chiesa Santa Maria della Neve
    (per gentile concessione dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici, diocesi di Piazza Armerina)

     https://www.policlinicogemelli.it/news-eventi/messaggio-di-papa-francesco-per-la-xxxii-giornata-mondiale-del-malato-11-febbraio-2024/?fbclid=IwAR17t0fF2G762HOC5XFJdHim96MQ2lQT1P__sUfRkwsjbsDB5eg-4dHgZPc

    46°Giornata Nazionale per la Vita 2024

     

    46°Giornata Nazionale per la Vita

    23 Novembre 2023
    Si celebra il 4 febbraio 2024 la 46°Giornata Nazionale per la Vita sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)». Pubblichiamo il Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della CEI:
    1. Molte, troppe “vite negate”
    Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio.
    La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe insufficienti, contratti precari o in nero, e mettere a rischio in situazioni di patente insicurezza. La vita delle donne viene ancora considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto. La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta, lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il suicidio assistito o la morte procurata. La vita dei bambini, nati e non nati, viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto di organi. In tale contesto l’aborto, indebitamente presentato come diritto, viene sempre più banalizzato, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o “del giorno dopo” facilmente reperibili.
    Tante sono dunque le “vite negate”, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone.
    2. La forza sorprendente della vita
    Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche, appare evidente che ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri. Le tante storie di persone giudicate insignificanti o inferiori che hanno invece saputo diventare punti di riferimento o addirittura raggiungere un sorprendente successo stanno a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione.
    Quante volte il capezzale di malati gravi diviene sorgente di consolazione per chi sta bene nel corpo, ma è disperato interiormente. Quanti poveri, semplici, piccoli, immigrati… sanno mettere il poco che hanno a servizio di chi ha più problemi di loro. Quanti disabili portano gioia nelle famiglie e nelle comunità, dove non “basta la salute” per essere felici. Quante volte colui che si riteneva nemico mortale compie gesti di fratellanza e perdono. Quanto spesso il bambino non voluto fa della propria vita una benedizione per sé e per gli altri.
    La vita, ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.

    3. Le ragioni della vita
    Al di là delle numerose esperienze che fanno dubitare delle frettolose e interessate negazioni, la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore.
    La scienza ha mostrato in passato l’inconsistenza di innumerevoli valutazioni discriminatorie, smascherandone la natura ideologica e le motivazioni egoistiche: chi, ad esempio, tentava di fondare scientificamente le discriminazioni razziali è rimasto senza alcuna valida ragione. Ma anche chi tenta di definire un tempo in cui la vita nel grembo materno inizi ad essere umana si trova sempre più privo di argomentazioni, dinanzi alle aumentate conoscenze sulla vita intrauterina, come ha mostrato la recente pubblicazione Il miracolo della vita, autorevolmente presentata dal Santo Padre.
    Quando, poi, si stabilisce che qualcuno o qualcosa possieda la facoltà di decidere se e quando una vita abbia il diritto di esistere, arrogandosi per di più la potestà di porle fine o di considerarla una merce, risulta in seguito assai difficile individuare limiti certi, condivisi e invalicabili. Questi risultano alla fine arbitrari e meramente formali. D’altra parte, cos’è che rende una vita degna e un’altra no? Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona? Il rischio che prevalgano considerazioni di carattere utilitaristico o funzionalistico metterebbe in guardia la retta ragione dall’assumere decisioni dirimenti in questi ambiti, come purtroppo è accaduto e accade. Da questo punto di vista, destano grande preoccupazione gli sviluppi legislativi locali e nazionali sul tema dell’eutanasia.
    Così gli sbagli del passato si ripetono e nuovi continuamente vengono ad aggiungersi, favoriti dalle crescenti possibilità che la tecnologia oggi offre di manipolare e dominare l’essere umano, e dal progressivo sbiadirsi della consapevolezza sulla intangibilità della vita. Deprechiamo giustamente le negazioni della vita perpetrate nel passato, spesso legittimate in nome di visioni ideologiche o persino religiose per noi inaccettabili. Siamo sicuri che domani non si guarderà con orrore a quelle di cui siamo oggi indifferenti testimoni o cinici operatori? In tal caso non basterà invocare la liceità o la “necessità” di certe pratiche per venire assolti dal tribunale della storia.
    4. Accogliere insieme ogni vita
    Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione.
    Il rispetto della vita non va ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.
    5. Stare da credenti dalla parte della vita
    Per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore. Da questo punto di vista, la Giornata assume una valenza ecumenica e interreligiosa, richiamando i fedeli di ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno.
    Il Consiglio Episcopale Permanente
    della Conferenza Episcopale Italiana