"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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domenica 29 novembre 2020

Coronavirus: disumano separarci dai fragili

 

Coronavirus: Separare dai propri affetti chi già sta soffrendo è disumano.
Servono delle linee guida precise per consentire ai parenti dei "fragili" di stare vicino ai propri cari.
- la rete della Comunità che ci separa da Giuliana -

venerdì 27 novembre 2020

Coronavirus; poesia de Natal 2020

 

-anonimo-

Troeùven de podè stà e podè viv in armonia e còl coeùr in màn.

Testo completo della nuova versione del Padre Nostro

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/non-solo-padre-nostro-ecco-tutto-cio-che-cambia-con-il-nuovo-messale?fbclid=IwAR2omul7LiceIBl7cvpKRdeENJbcxjSE-XcWv5LOPufumSiNDJqJIGzq3dg 

Ecco il testo completo della nuova versione del Padre Nostro
"Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il Tuo nome
venga il Tuo Regno
sia fatta la Tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come ANCHE noi li rimettiamo ai nostri debitori e
NON ABBANDONARCI ALLA tentazione
ma liberaci dal male".


Mamma sei nuvola che evapora...

 

Una madre è come una sorgente di montagna che nutre l’albero alle sue radici…
Ma Una Donna Che Diventa Madre Del Bimbo Partorito Da Un'Altra Donna è come l’acqua che evapora fino a diventare nuvola e viaggia per lunghe distanze per nutrire un albero solo nel deserto.
(dal Talmud).

giovedì 26 novembre 2020

Coronavirus: Non ci sarà il Natale?

 

Cercavo una natività da unire alla riflessione di Padre Loez e Giulio ha fotografato questo dipinto semplice, presso la scuola S. Caterina da Siena- Sesto S. Giovanni, che io trovo splendido

Coronavirus: Non ci sarà il Natale?
Certo che ce ne sarà uno!
Più silenzioso e più profondo,
più simile al primo Natale,
quando è nato Gesù,
senza tante luci sulla terra
ma con la stella di Betlemme,
con le strade intermittenti
della vita nella sua immensità.
Niente impressionanti
parate regali,
ma l’umiltà dei pastori
alla ricerca della Verità.
Senza grandi banchetti,
ma con la presenza
di un Dio onnipotente.
Non ci sarà il Natale?
Certo che ce ne sarà uno!
Senza le strade piene di gente,
ma con il cuore ardente
per Colui che viene.
Niente chiasso né fanfara,
proteste e resse…
Ma vivendo il Mistero
senza paura del Covid-Erode,
che pretende di toglierci
il sogno dell’attesa.
Natale ci sarà
perché Dio-è-con-noi.
E noi condivideremo,
come fece Cristo nella mangiatoia,
la nostra povertà, la nostra prova,
le nostre lacrime, la nostra angoscia
e la nostra condizione di orfani.
Ci sarà Natale
perché abbiamo bisogno
di questa luce divina
in mezzo a tante tenebre.
Il Covid-19 non può raggiungere
il cuore e l’anima
di quelli che pongono la loro speranza
e il loro ideale in cielo.
Certo che ci sarà Natale!
Canteremo i canti di Natale.
Dio nascerà e ci renderà liberi.
(Padre Javier Loez, sacerdote di Pamplona in Spagna con il quale Papa Francesco si è complimentato a telefono per il testo)

Coronavirus: Roráte caéli désuper...

Rorate caeli desuper
Come rugiada scenda dal cielo,
dall’alto venga chi renda giustizia.
L’inno “Rorate caeli” è per eccellenza il canto gregoriano del tempo d’Avvento più struggente, più grandioso, immenso, bellissimo ...
Il ritornello è tratto dal libro del profeta Isaia (45,8): «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia.» Si tratta di una preghiera rivolta a Dio perché, per il popolo in esilio, vengano i tempi messianici della liberazione. Si prega che Dio mandi il Re Messia dall’alto dei cieli come manda le nubi che lasciano cadere la rugiada del mattino. Divenga realtà presente quell’era di pace e di giustizia, opera di Dio, come è opera sua tutto il creato. Questo testo è, dunque una supplica a Dio che può fare tutto questo. La traduzione della Bibbia compiuta da San Girolamo ha reso il termine astratto di “giustizia” con il nome proprio di persona “giusto”. Questo ha fatto sì che questo passo fosse interpretato come direttamente riferito alla persona del Messia. Nessun altro canto esprime come questo, secondo me, il significato dell’attesa del Natale e prepara perciò a comprendere la sua forza di novità e di cambiamento per la vita personale e del mondo.

RORATE CAELI DESUPER
Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.
Ne irascáris Dómine, ne ultra memineris iniquitatis:
ecce civitas Sáncti fácta est desérta:
Síon desérta fácta est:
Jerúsalem desólata est:
dómus sanctificatiónis túae et glóriae túae,
ubi laudavérunt te pátres nóstri.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.
Peccávimus, et fácti súmus tamquam immúndus nos,
et ceccidimus quasi fólium univérsi:
et iniquitátes nóstrae quasi véntus abstulérunt nos:
abscondisti fáciem túam a nobis
et alliasísti nos in mánu iniquitátis nóstrae.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.
Vie Dómine afflictiónem pópuli túi,
et mitte quem missúrus es:
emitte Agnum dominatórem térrae,
de Pétra desérti ad móntem filiae Síon:
ut áuferat ipse júgum captivitátis nóstrae.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.
Consolámini, consolámini, pópule méus:
cito véniet sálus túa:
quaremoeróre consúmeris,
quia innovávit te dólor?
Salvábo te, nóli timére,
égo enim sum Dóminus Déus túus,
Sánctus Israel, Redémptor túus.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum
________________________________________
Traduzione:
Come rugiada scenda dal cielo, / dall’alto venga chi renda giustizia. / Non adirarti Signore, non soffermarti sulla nostra inettitudine. / Ecco io sono come una città desolata, / vuota è questa mia vita; / come abbandonato io mi sento, / questa creatura fatta per un destino di gioia perfetta e di amore, / sì che ogni genio ne ha tratto motivo di gioia perfetta e di amore, / sì che ogni genio ne ha tratto motivo di lode a te. / Come rugiada... / Abbiamo ceduto al male, ci siamo complicati, / siamo crollati come foglie d’autunno. / Le nostre visioni ci hanno trascinato via come un vento vorticoso, / ci hai tolto la tua attrattiva, / ci hai inaridi abbandonandoci alle nostre miserie. / Come rugiada... / Guarda, o Signore, l’angoscia del tuo popolo, / manda colui che ci fai così aspettare. / Mandaci quell’essere dolce e forte come dominatore, / dalla bruma dell’orizzonte fallo comparire agli occhi ansiosi di questo nostro essere, / perchè ci liberi lui dalla prigionia. / Come rugiada... / (Tu, o Signore, mi dici:) confortati, confortati, o mio popolo, / per il dolore che ti penetra? / Ti porterò io a salvezza, non temere; / sono infatti il tuo Signore, / il tuo Creatore, / l’Ideale tuo, / il tuo Redentore. / Come rugiada...

Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo».
Isaia 45,8

Scorra come pioggia la mia dottrina, 
stilli come rugiada il mio dire;
come pioggia leggera sul verde, 
come scroscio sull'erba.
Deuteronomio32,2


martedì 24 novembre 2020

Coronavirus: tempo da vivere ora...

 
«...Dobbiamo uscire dall’idea che siamo in un tempo sospeso. Intanto questo è tempo di vita, nessuno ce lo restituirà dopo. Non dobbiamo pensare a cosa vivremo dopo ma dobbiamo vivere così bene e intensamente l’adesso, che dopo avremo soluzioni. Di certo non sarà possibile riprendere come prima. Dobbiamo riprendere meglio di prima...».
Merlo (Ledha)

Alberi meravigliosi

 

Il miracolo è che possiamo vedere questi alberi e non chiederci più niente.
(Ralph Waldo Emerson)

lunedì 23 novembre 2020

Un tramonto originale

 

Un tramonto così originale non l'avevo mai visto: cogliere l'attimo!
Mi piace la lentezza risoluta del tramonto. Quella che pensi di avere il tempo di fotografare e invece è già passata.

Sesto S. Giovanni

domenica 22 novembre 2020

Coronavirus: un compleanno particolare

 

Coronavirus: 22 novembre - Buon Compleanno Giuliana!

Niente incontro, Niente abbracci, niente coccole, niente baci, niente di niente: anche questo è amore. Oggi siamo lontani fisicamente ma tanto vicini con il c️uore.
Auguri Giuliana
"Signore chiedo a Te, oggi, quattro doni per Giuliana e per noi: la forza della resistenza, il coraggio dell'attesa, la salute per rincontrarci, la gioia che non delude".

sabato 21 novembre 2020

Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo

È stato il Papa San Sergio I a introdurre l'Agnus Dei nel rito della messa, poco prima della Comunione. E da allora tutti i fedeli cristiani ricordiamo quotidianamente quelle parole del Battista: ′′ Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo ".

Fin dai primissimi secoli della Chiesa, l'immagine dell'agnello è stata un simbolo tradizionale nell'iconografia e nella liturgia cattolica. Spesso lo vediamo inciso o dipinto nei luoghi e negli oggetti di culto, ricamato negli ornamenti sacri o scolpito nell'arte sacra. Presto questa figura, insieme a quella del pesce, fu un segno comune tra i cristiani.
Il profeta Geremia, perseguitato dai suoi nemici per predicare nel nome di Dio, è paragonabile a se stesso come ′′ ad un agnello portato al macello ′′ (Jer 11, 19). Poco dopo, il profeta Isaia riprende questa stessa immagine nel famoso quarto canto del servo di Yahvé, che deve morire per i peccati del mondo e che non apre la bocca per protestare, nonostante tutte le ingiurie e le ingiustizie che si commettono contro di lui, mite e indifeso come un ′′ agnello portato via al macello ′′ (Is 53, 7). Nel libro dei fatti degli Apostoli si racconta che l'eunuco dell'Etiopia stava leggendo questo testo sul suo carro e che l'apostolo Felipe gli ha spiegato chi era quel servo dolente di Yahvé descritto dal profeta: Gesù, il Messia, che ci ha redento con i dolori e i danni della sua passione.
Ma, inoltre, il tema dell'agnello risale all'epoca di Mosè e alla liberazione di Israele dalle mani del faraone. Il libro dell'Esodo ci racconta che, quando Dio decise di liberare il suo popolo dalla schiavitù d'Egitto, ordinò che ogni famiglia sacrificasse un agnello senza difetto, maschio, di un anno, che lo mangiassero di notte e che con il suo sangue spalmeranno le Jambas delle porte dove si trovavano. Con questo gesto sono stati salvati tutti gli israeliani dalla piaga disinfestatore che ha colpito quella notte il paese d'Egitto, uccidendo tutti i suoi primogeniti (ex 12, 1-14). Alcuni giorni dopo, sul monte Sinai, Dio consumava la sua alleanza con Israele che sigilla il suo patto con il sangue dell'agnello Pasquale (ex 24, 1-11). È allora che Israele diventa il popolo dell'alleanza, della proprietà di Dio, in popolo sacerdotale, eletto e consacrato a Dio con un legame del tutto singolare (ex 19, 5-6).
Nel Nuovo Testamento, la tradizione cristiana ha visto nell'agnello giustamente l'immagine di Cristo stesso. San Paolo, scrivendo ai fedeli di Corinto, dice loro che trasmette loro una tradizione che lui, a sua volta, ha ricevuto e proviene dalle mani del Signore: ′′ Che il Signore Gesù, nella notte in cui lo stavano per consegnare, ha preso pane e , pronunciando il Ringraziamento, lo ha spezzato e ha detto: ' Questo è il mio corpo, che si consegna per voi. Fate questo in memoria mia '. E lo stesso ha fatto con il calice, dopo cena, dicendo: 'Questo calice è la nuova alleanza sigillata con il mio sangue ; fate questo ogni volta che lo bevete, in memoria mia'. Per questo, ogni volta che mangiate da questo pane e bevete dal calice, proclamate la morte del Signore fino al ritorno ′′ (I Cor 11, 23-26).
Cristo, ′′ il nostro Cordero Pascual, è stato immolato ", diceva Paolo alla comunità di Corinto (I Cor 5, 7). E Pietro, nella sua prima epistola, invitava i fedeli a ricordare che ′′ erano stati salvati del suo vano vivere non con oro o argento, che sono beni corrotti, ma con il sangue prezioso di Cristo, Agnello senza difetto né macchia ′′ (I Pe 1, 18-19).
E anche nel libro dell'Apocalisse troveremo questa immagine in diversi momenti. Appare con toni solenni e drammatici un agnello tagliato, circondato dai quattro viventi e dai ventiquattro anziani, ed è l'unico capace di presentarsi al trono della Maestà di Dio e di aprire i francobolli del libro sacro. Quindi tutti gli anziani e migliaia e migliaia di corte celeste si prostrano davanti all'agnello per tributargli onore, gloria e adorazione nei secoli (Ap 5, 2-9.13).
E alla fine dell'Apocalisse - che è anche la conclusione di tutta la Bibbia - ci si presentano, in tutto il suo splendore e bellezza, i matrimoni mistici dell'Agnello con la sua chiesa, che appare tutta bella e riccamente ataviata, come una fidanzata che si adora per suo marito (Ap 19, 6-9; 21, 9).
A questa luce, il simbolo dell'agnello è stato riempito di senso e di una ricchezza teologica e spirituale meravigliosa. L ' agnello Pasquale è Gesù Cristo stesso. È il vero agnello che toglie il peccato del mondo, l'Agnello Pasquale della nostra redenzione, che si è immolato come sacrificio perfetto nel suo sangue e ha creato come sacramento la notte di giovedì santo. Così, la sua chiesa può celebrare ogni giorno, nella Santa Messa e negli altri sacramenti, il memoriale della passione, della morte e della gloriosa resurrezione del Signore, per prolungare la sua presenza tra noi e la sua azione salvatrice fino alla fine dei tempi.
Grazie a questo, oggi tutti i cattolici del mondo ripetiamo quotidianamente nel santo sacrificio eucaristico le stesse parole, dalle labbra del sacerdote: ′′ Questo è l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Beati gli invitati al banchetto del Signore!".
Speriamo che, da oggi, ogni volta che diciamo queste parole, lo facciamo con tutto il fervore della nostra fede, del nostro amore e adorazione, chiedendo a Dio per la salvezza di tutta l'umanità.
Gesù Cristo è il grande Agnello e l'unico pastore delle nostre anime!

Articolo preso dalla bacheca di Constantino Bada Prendes de La Granda postato su facebook

Coronavirus: le prevenzioni erano già scritte 3500 anni fa nella Bibbia

 

Le regole per salvarci da ogni “virus” erano già scritte nella Bibbia.
*Le tre regole fondamentali per proteggerci *
* 1 - Distanza*
* 2 - Igiene delle mani *
* 3 - Uso della maschera *
*Queste leggi furono date alla nazione di Israele 3.500 anni fa*
* 1-ESODO 30: 18-21 - Lavati le mani *
* 2-LEVITICO 13: 4, 5, 46 - Se hai sintomi, mantieni le distanze, copriti la bocca ed evita il contatto.
* 3-LEVITICO 13: 4, 5 - Chi è infetto, deve rimanere in quarantena dai 7 ai 14 giorni *
don Pietro De Felice

mercoledì 18 novembre 2020

Mi sun nasu' nei ca de ringhera
















Mi sun nasu' chi nei ca de ringhera. 
A ghera semper tanta gent dalla matina alla sera. 
I don stendeven i pan quangh'era 
il sul se conuseven tutti 
e te se sentivet mai sul. 
Mi seri un fiulin e in curtil andavi a giuga' 
me devertivi finché la me mama
la tacava a ciama'. 
Marino le prunt ven su a mangia' 
alura capivi che eren i set'ur 
e el me papà l'era riva' 
E me lamentavi no quand'eri mala' 
anche se me tucava anda' fora 
per anda' a pisa'. 
Ades finisi chi perché a scriv 
sun no bun quando me se apanen i ogg 
e me ven el magun.

da facebook: post di Isella Lorenza

martedì 17 novembre 2020

Avvento 2020: "BE PRESENT"

 

Cosa conta veramente?
Il tempo per prepararsi 💜🙏
- Parrocchia S. Stefano - Sesto S. Giovanni -

Coronavirus: Ultimo decreto Dpcm autunnale!

 

E' consentito abbracciare gli alberi senza pericolo di contagio.

Autorizzati a scambiarci saluti sul blog.

Coronavirus: se ne vanno...

 

“SE NE VANNO. Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi. Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di giornale. Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato. Se ne va l’esperienza, la comprensione, la pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi oramai dimenticati. Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, patrimonio della intera umanità. L’Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest’ultimo viaggio con 60 milioni di carezze...
Dott.Begher, pneumologo ospedale S.Maurizio di Bolzano.

domenica 15 novembre 2020

Coronavirus in Avvento: attesa

 

Ho scritto per chi mi legge con Amore ed umiltà 
"E Dio era nel vento"(1Re, 19,12)... Vento impetuoso che plasmi le alte cime, vento gentile che spiri pacati sentimenti, vento irruente che leghi in un vortice d'amore, ridona vita all'arido deserto, sussurra nuove parole al cuore deluso, genera, nella prova del virus, l'uomo nuovo.
Nell'attesa, in ogni attimo, del Tuo incontro con gioia aspetto in cammino quotidiano verso Te che vieni con Amore.

Coronavirus stringe in un crudele abbraccio

 

Coronavirus: La preoccupazione per Giuliana stringe in un crudele abbraccio ma continuerò a cercare...il sommo bene

"Ti affanni, mia buona figliuola, a cercare il sommo bene, ma in verità è dentro di te e ti tiene distesa sulla nuda croce, alitando forza per sostenere il martirio insostenibile e amore per amare amaramente l’Amore..." S. Padre Pio
Iniziamo l'Avvento con la speranza nel cuore 💜

venerdì 13 novembre 2020

La scuola più amata

 

Complimenti!..io luce ed esempio ne ho ricevuto in abbondanza!!!
"Questo è il nostro compito nei confronti del bambino: dargli un raggio di luce, e seguire il nostro cammino”.
Maria Montessori
- Scuola S. Caterina - Via Cavour- Sesto S.Giovanni-

Grido di un'anima

 

Vicino all'ammalato non vi sono gerarchie. Tutti veniamo qui per apprendere: direttori, coadiutori, assistenti, siamo tutti presso il letto dell'infermo perché l'ammalato rappresenta il libro della natura. Il dolore va trattato Non come un guizzo o una contrazione muscolare, ma come il grido di un'anima a cui un altro fratello, il medico, accorre con l'ardenza dell'amore, la carità.
(San Giuseppe Moscati medico e scienziato)

giovedì 12 novembre 2020

Coronavirus: sdrammatiziamo la telefonata!

 
Dall'inferno,🔥 Trump chiama negli Usa per sapere com'è la situazione nel Paese dopo la sua morte.* *Parla per due minuti. ⏱* *Messo giù il ricevitore, Satana👹 gli dice che per la chiamata gli deve tre milioni di dollari.💵* *Trump gli firma un assegno e paga.*

*La Regina d'Inghilterra, incuriosita, vuole fare lo stesso e chiama Londra.* *Parla per cinque minuti🕰 e Satana👹 le chiede dieci milioni di sterline. 💷💷💷...*

*Anche Conte, a quel punto, sente il bisogno di chiamare il suo Paese.* *Telefona ☎ e parla per tre ore.⏰.....🕐* *Quando attacca, Satana👹 gli dice che deve dargli 35 centesimi.**Conte rimane attonito, avendo visto il costo delle chiamate degli altri, e chiede a Satana👹 come mai sia tanto economico chiamare in Italia🇮🇹 rispetto a Stati Uniti🇺🇸 e Regno Unito.* *"Ascolta, amico mio..."* *risponde Satana👹,* *"con il nuovo Dpcm📃 che hai approvato, il coprifuoco 🏦🏦🏦, il casino con i buoni per i monopattini, le politiche sull'immigrazione👦🏾👳🏿‍♀👳🏻👩🏾👩🏿‍💻, l'abolizione della libertà e il casino nelle scuole✂ il lock dawn, sanità che piange 🏥, hai reso l'Italia un vero inferno*🔥 *E da Inferno 🔥a inferno🔥 la chiamata📞 è urbana... "*

Coronavirus: abbraccio commovente

 

In una Rsa di Castelfranco Veneto hanno ideato la STANZA DEGLI ABBRACCI, una struttura che tramite l’utilizzo di materiale plastico trasparente morbido, permette agli ospiti e ai loro famigliari di abbracciarsi, pur restando separati e protetti da possibili contagi.
UN'IMMAGINE COMMOVENTE CHE EMOZIONA.

mercoledì 11 novembre 2020

Coronavirus: una leggera ironia

 

Per fortuna, oltre alla paura e alle preoccupazioni, questo stop domestico ha sviluppato anche tanta ironia utile ad affrontare queste giornate pesanti.

martedì 10 novembre 2020

Non ti arrendere: S. Leone Magno

 

Oggi 10 novembre memoria di S. Leone Magno , papa e dottore della Chiesa.

Condivido un Suo pensiero con voi:

«Non ti arrendere mai, neanche quando tutto ha l'aria del niente...neanche quando la paura ti sgomenta...neanche quando i tuoi occhi bruciano...neanche quando il dolore ti avvilisce...neanche quando la fatica si fa sentire...neanche quando il tuo piede inciampa...neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati...neanche quando il tradimento ti ferisce... neanche quando il successo ti abbandona...neanche quando l'incomprensione ti circonda...Invoca il “tuo" Dio, stringi i pugni...e ricomincia».

Leone, nato in Toscana alla fine del IV secolo, ricevette un’educazione molto accurata, come si può dedurre anche dalle sue opere. Eletto diacono sotto Celestino I, fu incaricato di affari importanti nella Chiesa del tempo e seppe difendere l’integrità della fede e promuovere la riconciliazione e la pace. Nel 440, alla morte di papa Sisto II, venne chiamato a sostituirlo. Il periodo del suo pontificato fu caratterizzato da forti instabilità politiche e da gravi conflitti dottrinali per le antiche risorgenti eresie, che seducevano ancora gli spiriti, nonostante le condanne conciliari e papali. Fu particolarmente coinvolto nei dibattiti cristologici, specialmente nella controversia contro Eutiche, a proposito del quale intervenne con la celebre “ lettera a Flaviano”, patriarca di Costantinopoli, esponendo con chiarezza la verità dell’incarnazione di Gesù, vero Dio fattosi uomo per amore degli uomini. I suoi pronunciamenti divennero la base della fede proclamata dai padri riuniti in concilio ecumenico a Calcedonia nel 451.
San Leone, oltre ad essere una voce importante della tradizione dottrinale, fu promotore di pace, assertore dell’unità ecclesiale attorno alla fede nel mistero di Cristo, e fu anche difensore del primato della sede apostolica. La festa della cattedra di Pietro fu istituita per sua iniziativa.
Negli ultimi anni del suo pontificato seppe, con la sua ferma diplomazia, difendere Roma dall’invasione degli Unni, trattando direttamente con Attila, da cui ottenne il ritiro pacifico delle truppe. Meno fortunato fu con i Vandali di Genserico, dai quali, nel saccheggio della città, riuscì soltanto ad ottenere la salvezza degli abitanti.
E’ il primo papa ad avere il titolo di “grande”. Fu in realtà un grande papa, grande per il suo servizio alla Chiesa, e fu anche un grande scrittore: i suoi 96 discorsi e le 173 lettere si segnalano per la profondità e la chiarezza teologica oltre che per la rara eleganza della esposizione. Morì nel 461.

domenica 8 novembre 2020

Coronavirus: Buona notte Sesto S. Giovanni

 

Buonanotte Sesto.
Quante volte ti abbiamo rimproverato per la troppa gente in giro e per gli schiamazzi?
Stasera sei così. 
Questo maledetto virus ti rende vuota e senz'anima.
Perché la tua anima sono i tuoi cittadini che ti rendono viva, che ti attraversano, che riempiono strade e piazze.
Stasera, e ancora non sappiamo per quante altre sere, siamo a casa. 
Ti osserviamo dalle nostre finestre, con tanta preoccupazione verso il futuro e un’unica certezza: torneremo a viverti ogni giorno.
Ti voglio bene, Sesto. 
Roberto Di Stefano (sindaco di Sesto S. Giovanni)

giovedì 5 novembre 2020

Coronavirus: Vergogna!

VERGOGNA!!! Nessun accenno nuovo nell'attuale Dpcm, per strutture CPA, sull'AVVICINARE (con le precauzioni dovute) i propri cari "fragili " ricoverati: continuano i divieti che si susseguono da mesi provocando un calo pauroso delle loro risorse cliniche e psicologiche già precarie prima del lookdown.
❤ Riconoscenza infinita a chi li assiste ❤