"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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martedì 31 maggio 2022

Arte: Regina della Pace

 

Regina Pacis, Madre misericordiosa e piena di amore, che in questo momento storico possiamo immaginare come la rappresentò lo scultore Guido Galli nella statua che si trova nella navata sinistra della Basilica patriarcale di Santa Maria Maggiore a Roma. Voluta da Benedetto XV per chiedere la fine della Prima guerra mondiale, da egli stesso definita “inutile strage”, e inaugurata il 4 agosto del 1918 in occasione della festività della Madonna della Neve, che celebra la fondazione della basilica ed è tanto cara ai romani, la Regina Pacis mostra un volto serio e affranto. Lo sguardo abbassato, quasi a voler nascondere a sé stessa gli orrori commessi dai suoi figli in quegli anni, la Vergine ha il braccio sinistro levato per chiedere con la mano risoluta la pace. Il Bambino Gesù tiene in mano un ramoscello di ulivo che una colomba, ai piedi della Madre, attende di veder cadere per poterlo portare in dote all’umanità sofferente.

Aurelio Carloni

lunedì 23 maggio 2022

domenica 22 maggio 2022

Arte: il miglior dipinto naturale















Che meraviglia avere il naso per annusare, la vista per osservare, l’udito per ascoltare, la mente per immaginare, il cuore per amare, grazie Universo.

giovedì 19 maggio 2022

Immagine della Patrona dell’Uruguay nei Giardini Vaticani

 














Nei Giardini Vaticani l’immagine della Vergine dei Trentatrè.
Inaugurata ieri nel Bastione del Maestro l’immagine della Patrona dell’Uruguay che va ad affiancarsi alle immagini mariane di altre nazioni latinoamericane
La sua venerazione risale al 1825, durante la lotta per l'indipendenza del Paese, quando alcuni patrioti, guidati da Juan Antonio Lavalleja, affidarono a Maria, invocando la sua benedizione, la loro impresa, che fu poi coronata da successo. I combattenti erano trentatré e per questo motivo la statua ha assunto la sua denominazione.
Il santuario a lei dedicato, ubicato nella città di Florida, fu visitato l'8 maggio 1988 da papa Giovanni Paolo II, che in tale occasione recitò un solenne atto di affidamento alla Madonna della Chiesa dell'Uruguay e di tutto il popolo. Il tradizionale pellegrinaggio al santuario si tiene ogni anno, il 13 novembre.

sabato 14 maggio 2022

Mughetto sinonimo di felicità che ritorna.















In Francia durante la festa del primo maggio si offre, per augurio, il mughetto.

È sinonimo di felicità che ritorna e di portafortuna.
Molte leggende si narrano intorno a questo fiore delicato.
LEGGENDA LOMBARDA:
BRESCIA, I MUGHETTI DELLE VALLI.
Il mughetto è una pianta spontanea che cresce nei boschi delle Prealpi. Ma qual è la sua origine? Narra una leggenda diffusa nelle valli bresciane che, in un giorno di allegria, le fate del bosco uscirono dalle loro case segrete per dare vita a una festa fra gli alberi. Cantarono e danzarono, spensierate e felici; celebrarono riti e trascorsero una giornata piena di luce e di profumi. Ma le fate, prese dal vortice delle danze e dalla frenesia dei canti, avevano abbandonato sull'erba le loro tazze usate per bere a un ruscello. Le ritrovarono il giorno dopo, all'alba, moltiplicate di numero e nascoste sotto il fogliame. Il loro nume protettore aveva pensato bene di celarle a sguardi indiscreti. Poiché il prato risultava tutto chiazzato di piccoli calici bianchi, la tradizione popolare fece derivare da quel particolare il nome di "tazzine delle fate", dato ai mughetti. Essi, sempre secondo tradizione, simboleggiano la civetteria.
(da ilgiorno.it)

domenica 8 maggio 2022

Poesia alla Mamma di Pier Paolo Pasolini

 

Pier Paolo Pasolini
Poesia alla Mamma
E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.
Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile.

sabato 7 maggio 2022

Un dono lieto tutto mio









Un lieto grazie a chi ha aiutato Giuliana nel preparare questo dono, per me, emozionante e molto prezioso. Giuliana sono commossa, ti abbraccio con il cuore nel grazie.

❤️❣️💓

martedì 3 maggio 2022

Arte: guardare oltre con Matisse















Ogni opera nasce come strumento di comunicazione, parte dall’esigenza dell’artista di trasmettere un messaggio e viene recepita in maniera diversa a seconda della sensibilità dell’osservatore. La straordinaria capacità di Magritte di lasciare a chi osserva il compito di “guardare oltre”, attraverso la finestra protagonista della di molte sue opere, fa sì che l’opera stessa faccia da ponte tra realtà e immaginazione, quasi configurandosi come un invito a non fermarsi a ciò che si vede, ma a spingersi più in là, per arrivare dove il pennello dell’artista ha deciso di fermarsi per lasciare spazio a quello dell’osservatore, che è impugnato dall’immaginazione e dipinge una realtà che ancora non si vede.

L’olio su tela in questione, “La finestra aperta a Collioure”, datato 1905 e attualmente conservato alla National Gallery of Art di Washington, permette, infatti, di trovare uno spiraglio di libertà oltre le mura domestiche e oltre il caos cittadino. Ciò che l’artista mostra allo sguardo dell’osservatore è la quiete di un paesaggio marino: si vedono, infatti, in basso sull’acqua delle piccole imbarcazioni con le vele ripiegate, che appaiono però deformate e raffigurate in maniera tale da uscire dalle forme imposte, così che chi guarda possa fornire una propria interpretazione di ciò che si vede e di ciò che c’è oltre la rappresentazione vera e propria.

Particolare è l’uso del colore: nella realizzazione di quest’opera, Matisse subisce l’influsso dei colori Fauves e sperimenta un nuovo linguaggio artistico, un nuovo modo di dipingere, a seguito dell’esperienza vissuta nel sud della Francia, proprio a Collioure. I colori, infatti, sono utilizzati in modo antinaturalistico: spiccano le tonalità accese e luminose con cui l’artista rappresenta la scena che si vede fuori dalla finestra, in contrasto con il verde scuro che “colora”, invece, l’ombra della stanza. Ne deriva un contrasto che si ripercuote anche a livello concettuale, come a significare la differenza e la distanza tra la luce e la bellezza dell’esterno, legate al valore della libertà, e l’ombra e la monotonia dell’interno, elementi associati probabilmente alla vita cittadina.

Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 31 dicembre 1869 – Nizza, 3 novembre 1954), pittore, illustratore e scultore francese, fu uno dei massimi esponenti della corrente artistica dei Fauves, dando vita a un’esperienza che, a dispetto della breve durata, rappresentò un punto di riferimento fondamentale per l’evoluzione dell’arte, che fu letteralmente “tinta” di innovazione. Particolare, infatti, fu l’uso del colore da parte degli artisti pionieri del fauvismo: steso in tonalità pure, con pennellate quasi violente, il colore divenne il vero e proprio protagonista dell’opera.

Interessante è, infine, il gioco di cornici che si crea all’interno del dipinto: ne emerge un effetto di “quadro dipinto nel quadro”, determinato in particolare dalla successione che si ripete nell’apertura della finestra stessa e nel rettangolo del balconcino. Vi è, inoltre, un alternarsi continuo di elementi verticali e orizzontali che contribuisce a sottolineare la struttura compositiva del quadro: saltano all’occhio, in particolare, la direzione verticale delle pennellate che danno forma alle barche e quella orizzontale che guida lo sguardo dell’osservatore in profondità, fino e oltre l’orizzonte.

Chiara Pirani

Riscoprire la gentilezza.

 

Forse, ogni tanto bisognerebbe risoprire il significato di certe paroline dimenticate da tempo.