"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 17 dicembre 2018

Roráte caéli désuper

Rorate caeli desuper
Come rugiada scenda dal cielo,
dall’alto venga chi renda giustizia.
L’inno “Rorate caeli” è per eccellenza il canto gregoriano del tempo d’Avvento più struggente, più grandioso, immenso, bellissimo ...
Il ritornello è tratto dal libro del profeta Isaia (45,8): «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia.» Si tratta di una preghiera rivolta a Dio perché, per il popolo in esilio, vengano i tempi messianici della liberazione. Si prega che Dio mandi il Re Messia dall’alto dei cieli come manda le nubi che lasciano cadere la rugiada del mattino. Divenga realtà presente quell’era di pace e di giustizia, opera di Dio, come è opera sua tutto il creato. Questo testo è, dunque una supplica a Dio che può fare tutto questo. La traduzione della Bibbia compiuta da San Girolamo ha reso il termine astratto di “giustizia” con il nome proprio di persona “giusto”. Questo ha fatto sì che questo passo fosse interpretato come direttamente riferito alla persona del Messia. Nessun altro canto esprime come questo, secondo me, il significato dell’attesa del Natale e prepara perciò a comprendere la sua forza di novità e di cambiamento per la vita personale e del mondo.

RORATE CAELI DESUPER
Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.

Ne irascáris Dómine, ne ultra memineris iniquitatis:
ecce civitas Sáncti fácta est desérta:
Síon desérta fácta est:
Jerúsalem desólata est:
dómus sanctificatiónis túae et glóriae túae,
ubi laudavérunt te pátres nóstri.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.

Peccávimus, et fácti súmus tamquam immúndus nos,
et ceccidimus quasi fólium univérsi:
et iniquitátes nóstrae quasi véntus abstulérunt nos:
abscondisti fáciem túam a nobis
et alliasísti nos in mánu iniquitátis nóstrae.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.

Vie Dómine afflictiónem pópuli túi,
et mitte quem missúrus es:
emitte Agnum dominatórem térrae,
de Pétra desérti ad móntem filiae Síon:
ut áuferat ipse júgum captivitátis nóstrae.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum.

Consolámini, consolámini, pópule méus:
cito véniet sálus túa:
quaremoeróre consúmeris,
quia innovávit te dólor?
Salvábo te, nóli timére,
égo enim sum Dóminus Déus túus,
Sánctus Israel, Redémptor túus.

Roráte caéli désuper, et núbes plúant jústum
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Traduzione:
Come rugiada scenda dal cielo, / dall’alto venga chi renda giustizia. / Non adirarti Signore, non soffermarti sulla nostra inettitudine. / Ecco io sono come una città desolata, / vuota è questa mia vita; / come abbandonato io mi sento, / questa creatura fatta per un destino di gioia perfetta e di amore, / sì che ogni genio ne ha tratto motivo di gioia perfetta e di amore, / sì che ogni genio ne ha tratto motivo di lode a te. / Come rugiada... / Abbiamo ceduto al male, ci siamo complicati, / siamo crollati come foglie d’autunno. / Le nostre visioni ci hanno trascinato via come un vento vorticoso, / ci hai tolto la tua attrattiva, / ci hai inaridi abbandonandoci alle nostre miserie. / Come rugiada... / Guarda, o Signore, l’angoscia del tuo popolo, / manda colui che ci fai così aspettare. / Mandaci quell’essere dolce e forte come dominatore, / dalla bruma dell’orizzonte fallo comparire agli occhi ansiosi di questo nostro essere, / perchè ci liberi lui dalla prigionia. / Come rugiada... / (Tu, o Signore, mi dici:) confortati, confortati, o mio popolo, / per il dolore che ti penetra? / Ti porterò io a salvezza, non temere; / sono infatti il tuo Signore, / il tuo Creatore, / l’Ideale tuo, / il tuo Redentore. / Come rugiada...

Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo».

Isaia 45,8

Scorra come pioggia la mia dottrina, 
stilli come rugiada il mio dire;
come pioggia leggera sul verde, 
come scroscio sull'erba.

Deuteronomio32,2



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