"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 20 agosto 2012

Il Melograno

Il melograno nel giardino della comunità dove è ricoverata Giuliana. E' un albero molto alto ed è carico di frutti: una meraviglia!

IL MELOGRANO
Dai tempi più antichi il suo frutto, ricco di semi di un accattivante colore rosso, è considerato simbolo di fertilità ed espressione dell'esuberanza della vita.
Nell'antica Grecia la pianta era consacrata ad Era, moglie di Zeus, e ad Afrodite, dea dell'amore.
Le spose romane solevano intrecciare tra i capelli rami di melograno, come simbolo di ricchezza e di fertilità..
Molti pittori della tradizione cristiana raffiguravano Gesù bambino con una melagrana in mano, per alludere al dono della nuova vita fatto da Cristo. Anche per la chiesa copta il frutto del melograno è simbolo di resurrezione.
I suoi valori di fecondità e di fertilità si ritrovano anche nell'Islam ed in tantissime leggende e tradizioni delle culture mediterranee e mediorientali.
In India si credeva che il frutto della melagrana combattesse la sterilità, mentre in Turchia le spose usavano lanciare con forza in terra una melagrana credendo di avere tanti figli quanti erano i chicchi usciti dal frutto spaccato.
In Dalmazia la leggenda impone al novello sposo di trasferire una piantina di In Africa ancora oggi il frutto è il simbolo della fecondità materna, in India le donne sterili ne bevono il succo. A Roma le spose utilizzavano i rami per le loro acconciature nuziali.
In Persia, terra di origine della pianta, la poesia amorosa ricorreva spesso all’immagine simbolica della Melagrana e veniva spesso associata all’immagine lirica dell’amata.melograno dal giardino del suocero al proprio.
Anche la Bibbia, nel Cantico dei Cantici, presenta quest’ultimo significato estetico e poetico della Melagrana; è scritto infatti: "come spicchio di melagrana sono le tue guance, senza quello che di dentro si nasconde" e più avanti il melograno ritorna ma come simbolo di fertilità, speranza e fecondità: "ero discesa nel giardino delle noci,per osservare i frutti delle valli, per vedere se la vigna fosse fiorita, se avessero germogliato i melograni. Io ti prenderò, ti condurrò nella casa di mia madre, là mi istruirai, io ti darò da bere il vino drogato ed il mosto delle mie melagrane".
Lo stesso significato di fertilità viene dato dalla Bibbia in altra sede, quando si parla della Terra promessa, della terra ideale: "perché il tuo Signore t’indurrà in un’ottima terra...terra da grano, da orzo e da viti, dove prosperano i fichi, i melograni e gli uliveti".
Il significato principale e comune a quasi tutti, era quello della fertilità, della fecondità e della discendenza numerosa.
(diverse fonti web)

giovedì 9 agosto 2012

Il Tiziano mai visto...una meraviglia


12 anni di restauri al museo Ermitage e il primo capolavoro di Tiziano, imponente per dimensioni, torna a splendere.
Dopo 250 anni esce per la prima e unica volta dalla Russia e giunge a Venezia in una grande mostra.
Ci sono voluti 12 anni di restauri accurati da parte dell’Ermitage per far riemergere i colori, la luce, i particolari, la forza rivoluzionaria dell’opera con cui Tiziano nel 1507 “scopre” la natura in pittura; ed è stato necessario un accordo internazionale tra il Museo Statale Ermitage, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, la National Gallery di Londra e la Fondazione Ermitage Italia per consentire che quest’opera, imponente per dimensioni (204 × 324 cm) e sconcertante per la vitalità del paesaggio, potesse tornare – dopo quasi 250 anni – in Italia, nella sua Venezia, in un’esposizione irripetibile dal 29 agosto al 2 dicembre 2012.
Esposta a Londra subito dopo il restauro, La Fuga in Egitto – che a ragione può considerarsi il primo capolavoro di Tiziano – giungerà direttamente dall’Inghilterra alle Gallerie dell’Accademia, dove sarà il fulcro di una mostra preziosissima che avvicina al dipinto circa venti opere dei grandi maestri veneti che, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, hanno contribuito a innovare lo sguardo sulla natura (Bellini, Giorgione, Sebastiano del Piombo, Lotto, ecc.), per poi rientrare all’Ermitage da dove, hanno già annunciato, sarà impossibile possa allontanarsi in futuro.
Un’occasione irripetibile per ammirare il grandioso paesaggio, eccezionale se non unico, non solo nel panorama della pittura veneziana degli inizi del XVI secolo – realizzato nel formato del tradizionale telero – ma di tutta la pittura italiana del tempo e per cogliere, grazie alle suggestioni e ai confronti proposti nella mostra curata da Giuseppe Pavanello e Irina Artemieva, l’elemento specifico e innovativo della visione paesistica di Tiziano, la sua natura “fremente” e vita che diventa tutt’uno con la figura umana, grazie alla pittura: colore, luce, ombra, atmosfera.
http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1800295514.html

mercoledì 8 agosto 2012

Oleandro:cinque significati



Nel medioevo era una pianta beneaugurante.
Una leggenda narra che sul bastone di San Giuseppe fosse fiorito un oleandro, quindi era denominato anche "Mazza di San Giuseppe".
Con le lunghe foglie affilate di color verde intenso, disposte su verticilli di tre, simboleggiava l’armonia dell’Universo.

Forse a causa della sua pericolosità, l'oleandro, nel linguaggio dei fiori, è il simbolo della diffidenza.
In effetti è difficile fidarsi di un fiore così bello, come l'oleandro, ma che può anche avvelenare.
L'oleandro è un arbusto sempreverde spontaneo nelle regioni mediterranee dove è diffusamente coltivato a scopo ornamentale. Non richiede particolari cure e, proprio per questo, viene spesso usato per le bordure lungo le strade o per realizzare viali alberati suggestivi grazie all'abbondante fioritura.
L'oleandro contiene l'oleandrina, una tossina che rende tossica, per qualsiasi specie animale, tutta la pianta (foglie, corteccia, semi). Se ingerita porta a tachicardia (con aumento della frequenza respiratoria), disturbi gastrici (tra cui vomito, nausea e bruciore) e disturbi al sistema nervoso centrale, tra cui assopimento. La particolarità di questa pianta è che l'oleandro contiene una serie di altri principi tossici, che si conservano anche dopo l'essiccamento.
Le specie animali più colpite sono gli equini, i bovini e i piccoli carnivori. La morte sopraggiunge per collasso cardio-respiratorio solo nel caso in cui se ne ingeriscano grandi quantità.
La storia racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche, non conoscendo le piante locali, morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne militari in Italia.
In India è considerato un fiore funerario; secondo un antica leggenda, l’eroina che va a morire suicida porta sul capo una corona composta con fiori di oleandro.
Diversa è la concezione dell’oleandro in Libia: qui, infatti, con i cataplasmi delle sue foglie si curano gli ascessi. Il suo nome scientifico, Nerium Oleander, deriva dal greco neron che significa acqua; il nome vuole enfatizzare il fatto che l’oleandro sviluppa radici molto profonde che ricercano acqua per garantire sopravvivenza alla pianta.
http://www.significatodeifiori.com/oleandro.html

martedì 7 agosto 2012

Proverbio africano



Nella vita si incontrano tre tipi di persone:

Quelle che ti cambiano la vita,

Quelle che tentano di rovinarti la vita,

Quelle che sono la tua vita.

(proverbio africano)

A voi che siete la mia vita...

Le persone più belle...

Un cesto di spazzatura


L'amore è potente



Quanto è potente l'amore!
La parola t'amo
è la sintesi imperiosa
di tutte le virtù,
di tutti i peccati:
l'amore di Beatrice
fece immortale il genio,
l'amore di Cleopatra
fece immortale la vergogna.
(A. Bazzero)