"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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venerdì 30 marzo 2012

L'Olivo Benedetto (G. Pascoli)


 
Oh, i bei rami d’olivo! chi ne vuole?
Son benedetti, li ha baciati il sole.
In queste foglioline tenerelle
vi sono scritte tante cose belle.
Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto
metteteci l’ulivo benedetto!
Come la luce e le stelle serene:
un po’ di pace ci fa tanto bene.

(G. Pascoli)

martedì 20 marzo 2012

Quelli come me ( A. Merini)

Quelle come me
regalano sogni,
anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me
donano l’Anima,
perché un’anima da sola
è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me
tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me
guardano avanti,
anche se il cuore
rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me
cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me
quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere
giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me
inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me
girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me
vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me
urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me s
ono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me
amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me
si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me
passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me
sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…
(Alda Merini)

martedì 13 marzo 2012

Un fiore divino simbolo dell'amore eterno

C'è una pianta del deserto che si chiama rosa di Jeric, simbolo dell'amore eterno. È un piccolo gomitolo secco, marroncino, non pesa nulla, sembra morta. Ma se le si dà un pochino d'acqua per qualche giorno, mostra di nuovo la sua vitalit...à: si apre, rinverdisce, si riveste di vita e colore... Così è l’ amore: anche quando sembra sopito, assente... basta una parola, un ricordo, basta che si porga la mano aperta e la rosa di Gerico che è nel cuore e che porta il nostro nome, torna a vivere...
Rose di Jeric che ha ispirato una leggenda, è un prezioso amuleto che viene usato per benedire case e allontanare influssi maligni attirare la pace, la potenza e la ricchezza ad esso. Secondo la dottrina, conferisce fortuna negli affari, ca...pacità di lavorare, offre la salute, forza, felicità e, soprattutto, ha la capacità di trasformare il negativo in energia positiva nel luogo in cui ti trovi. Credenti e non credenti in tutto il mondo riconoscono la sua bellezza, la cura e la cultura.
Un'antica leggenda racconta che fuggendo Giuseppe e Maria con il bambin Gesù dalla strage degli innocenti decretata da Erode, fecero una sosta per riposare mentre attraversavano le pianure di Gerico e toccando terra la Madonna, nello scendere dall'asino con il Divino Figlio in braccio, una pianta a forma di verde rosa sorse ai suoi piedi per salutare il Salvatore: era la Rosa di Gerico.
Più tardi, quando Gesù si ritirava a pregare nel deserto, la Rosa lo inseguiva rotolando spinta dal vento. La notte la pianta si fermava accanto ai piedi del Redentore e all'alba lo dissetava con le gocce di rugiada che per Lui intrappolava nelle foglie verdi e lucenti. Commosso dall'umile offerta, Gesù la benedisse.
Durante l'intera vita del Nazareno, La Rosa di Gerico continuò a vagare fresca e verde in terre di Galilea, dell'Egitto e dell'Arabia, ma quando il Signore spirò sul Golgota tutte le piante morirono insieme a Lui e insieme a Lui ritornarono alla vita tre giorni dopo. Da allora, in ricordo della Passione del Cristo, la Rosa muore e rinasce periodicamente; venne così chiamata il Fiore della Resurrezione e cominciò a prodigare il suo benefico influsso su tutti quelli che sanno coltivarla e curarla con amore.
La Rosa di Gerico è considerata da tempi remoti e da popoli diversi l'unico talismano vivente. La pianta, nonostante il suo nome, non è oriunda di Gerico. Nel secondo millennio a. C. i ricchi mercanti di quella città la portavano da luoghi lontani come prezioso talismano affinchè il suo influsso proteggesse le loro case, le loro botteghe, loro stessi e la famiglia da qualsiasi sventura e tenesse lontani dalle mura della città nemici e carestie.
Oggi si ritiene ancora che chi coltiva con amore una Rosa di Gerico attira su di sè l'amore, la salute, la pace e l'armonia con se stesso e con il mondo. Inoltre se, grazie alle cure che le vengono prodigate, la Rosa compie regolarmente il suo ciclo di morte e rinascita, il suo possessore otterrà, in cambio delle sue premure, creatività e abilità nel lavoro e buona fortuna negli affari.
Questa leggenda diffusa in ogni continente e presto è venuto a considerarlo un fiore divino.
(ritrovo del fiore)


giovedì 8 marzo 2012

L'uomo e la donna (Victor Hugo)


L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
 Il trono esalta, l’altare santifica.
L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.
L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.
L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.
L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.
L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.

mercoledì 7 marzo 2012

La perfetta padrona di casa (Proverbi 31,10-31)


Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
È simile alle navi di un mercante,
fa venire da lontano le provviste.
Si alza quando è ancora notte,
distribuisce il cibo alla sua famiglia
e dà ordini alle sue domestiche.
Pensa a un campo e lo acquista
e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.
Si cinge forte i fianchi
e rafforza le sue braccia.
È soddisfatta, perché i suoi affari vanno bene;
neppure di notte si spegne la sua lampada.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Non teme la neve per la sua famiglia,
perché tutti i suoi familiari hanno doppio vestito.
Si è procurata delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti.
Suo marito è stimato alle porte della città,
quando siede in giudizio con gli anziani del luogo.
Confeziona tuniche e le vende
e fornisce cinture al mercante.
Forza e decoro sono il suo vestito
e fiduciosa va incontro all’avvenire.
Apre la bocca con saggezza
e la sua lingua ha solo insegnamenti di bontà.
Sorveglia l’andamento della sua casa
e non mangia il pane della pigrizia.
Sorgono i suoi figli e ne esaltano le doti,
suo marito ne tesse l’elogio:
«Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti,
ma tu le hai superate tutte!».
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città
(Proverbi 31, 10-31)